Welfare Index PMI 2017: il circolo virtuoso del welfare aziendale

Tra le 12 aree di welfare aziendale crescono le iniziative legate a: sanità integrativa, conciliazione vita-lavoro, sostegno alla maternità, attività per il territorio, ma anche per la cultura e per il tempo libero.

  • In un anno raddoppiano le imprese molto attive nel welfare aziendale (18,3%). Il 40% delle Pmi è attivo in almeno quattro aree
  • Fidelizzazione e soddisfazione dei dipendenti, i risultati del welfare aziendale
  • Per lo sviluppo futuro del welfare sono necessarie più informazione e alleanze tra imprese
  • Assegnato a 22 aziende il Rating 5W: i “Champion” nel welfare attivi almeno in 8 aree: clicca qui per leggere le storie delle realtà premiate

Le piccole e medie imprese sono sempre più attente al welfare aziendale per il benessere dei dipendenti. Sanità integrativa, conciliazione vita-lavoro, sostegno alla maternità, iniziative sul territorio, ma anche attività per il tempo libero e la cultura. Queste sono le aree del welfare cresciute più velocemente nell’ultimo anno.

I fattori chiave per la futura crescita del welfare nelle piccole e medie imprese italiane sono la conoscenza delle norme, degli incentivi e degli strumenti del welfare aziendale, insieme alla possibilità di aggregarsi in rete di impresa. E’ quanto emerge dal Rapporto 2017 – Welfare Index PMI,  promosso da Generali Italia con la partecipazione delle maggiori confederazioni italiane (Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni), che per il secondo anno ha analizzato il livello di welfare in 3.422 PMI italiane (+60% rispetto al 2016).

Lo studio è stato presentato oggi all’Università Luiss di Roma a una platea di imprenditori, rappresentanti delle istituzioni, docenti e studenti, ed è stato commentato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti, da Marco Sesana, Country Manager e Amministratore Delegato di Generali Italia, Alberto Baban, Presidente Piccola Industria Confindustria, Mario Guidi, Presidente Confagricoltura, Cesare Fumagalli, Segretario Generale Confartigianato Imprese e Gaetano Stella, Presidente Confprofessioni.

“Il welfare aziendale è una priorità strategica per Generali Italia, innanzitutto per i nostri oltre 14 mila dipendenti, per i quali nel tempo abbiamo costruito un’articolata serie di servizi, dalla previdenza complementare alla sanità integrativa, ai flexible benefits.  Un’esperienza che mettiamo a disposizione di tutte le aziende nostre clienti, in particolare le piccole e medie imprese, grazie alla presenza capillare della nostra rete sul territorio”, ha dichiarato Marco Sesana, Country Manager e Amministratore delegato di Generali Italia. “Welfare Index Pmi costituisce la naturale evoluzione di questo modello, poiché si propone, in collaborazione con le Confederazioni, di diffondere questa cultura nel nostro paese, con i numerosi vantaggi che ne derivano per l’impresa e i lavoratori”.

Il RAPPORTO 2017 – WELFARE INDEX PMI

Welfare Index PMI ha monitorato le iniziative delle imprese in dodici aree (previdenza integrativa, sanità integrativa, servizi di assistenza, polizze assicurative, conciliazione vita-lavoro, sostegno economico, formazione, cultura e tempo libero, sostegno ai soggetti deboli, sicurezza e prevenzione, welfare allargato al territorio e alle comunità).

Le protagoniste della crescita sono state le imprese già attive, cioè quelle che avevano avviato piani di welfare aziendale anche negli anni precedenti. In particolare, le imprese molto attive, che attuano iniziative in almeno sei aree, sono quasi raddoppiate: 18,3% del totale rispetto al 9,8% del 2016.

Le aree che sono cresciute di più rispetto allo scorso anno sono:

  • la sanità integrativa (47% delle Pmi ha realizzato almeno un’iniziativa, rispetto al 39% del 2016)
  • la conciliazione vita-lavoro (31% aziende attive, rispetto al 22%), con iniziative di flessibilità dell’orario e dell’organizzazione del lavoro (lavoro a distanza, estensione congedi maternità e paternità)
  • welfare allargato al territorio (23% aziende attive, rispetto al 15%), dove spiccano i contributi alle comunità locali per attività di volontariato e centri ricreativi, che le Pmi hanno un forte legame con il loro territorio
  • cultura, ricreazione e tempo libero (5% delle aziende attive, rispetto al 3%), con incentivi per i dipendenti per eventi culturali e tempo libero (convenzioni con palestre, abbonamenti o biglietteria per cinema e spettacoli, formazione extraprofessionale – musica, teatro, fotografia)

Tra le altre aree rimane stabile, ma di fondamentale importanza, la previdenza integrativa: il 40% delle imprese intervistate ha dichiarato di avere attuato iniziative per integrare le prestazioni del sistema pensionistico a favore dei propri dipendenti.

Tuttavia, l’indagine evidenzia che la maggior parte delle Pmi sta ancora muovendo i primi passi nel welfare aziendale: il 58% ha iniziative in non più di tre aree, a dimostrazione che il welfare aziendale si sta sviluppando in modo graduale.

L’area geografica non è significativa, determinante è la dimensione delle imprese

Come nella scorsa edizione, non c’è una differenza significativa a livello geografico: la diffusione territoriale delle iniziative non cambia tra Nord, Centro e Sud. Ad esempio, la sanità integrativa è stata adottata da almeno una Pmi nel 35,6% a Nord, nel 34,3% al Centro e nel 33,5% al Sud.
Quello che differenzia molto il tasso di iniziative di welfare è la dimensione aziendale. Sempre sulla sanità integrativa, si passa dal 23,7% delle imprese con meno di 10 addetti, fino al 72,4% delle imprese dai 100 fino al 250 addetti. Ciò significa che le Pmi hanno il problema di come strutturare le iniziative di welfare su una popolazione minima di lavoratori in azienda. Non è solo un tema di risorse, ma anche di informazioni disponibili e di competenze interne.

Fattori chiave di successo: la conoscenza degli strumenti e le alleanze tra imprese

Il principale fattore di successo dell’adozione di misure di welfare aziendale è la conoscenza, ovvero l’informazione sulle norme, sulle opportunità fiscali e sugli strumenti di welfare, come i flexible benefits: solo due aziende su 10 hanno una conoscenza precisa delle regole e degli incentivi del welfare aziendale, e sono le più attive.
Le alleanze e le reti d’impresa sono la via che permette alle Pmi di raggiungere la massa critica. Nel 22% dei casi, le aziende più attive si sono associate con atre imprese o hanno utilizzato servizi comuni di tipo associativo.

Risultati del welfare aziendale: migliora la soddisfazione e fidelizzazione dei lavoratori

Welfare Index PMI ha chiesto alle Pmi l’obiettivo per cui adottano iniziative di welfare aziendale e quali sono stati i risultati. La maggior parte (50,7%) ha dichiarato che lo scopo principale è migliorare la soddisfazione dei lavoratori e il clima aziendale. Il 16% la fidelizzazione e la produttività del lavoro. Sul primo obiettivo, il 71% delle imprese molto attive (in almeno 6 aree) ha dichiarato di aver già ottenuto risultati positivi e di attendersi ulteriori miglioramenti nel lungo periodo.

3.422 imprese dei 5 settori produttivi e terzo settore

La ricerca, realizzata da Innovation Team – Gruppo Mbs Consulting, giunta alla seconda edizione, è stata condotta su un campione di 3.422 Pmi, il 60% in più rispetto allo scorso anno (2.140 imprese nel 2016). In particolare, è stata monitorata la crescita del welfare aziendale nel 2016, anno fondamentale per il welfare, grazie a nuove norme che hanno introdotto importanti incentivi alle iniziative delle imprese.  Rispetto alla prima edizione, l’indagine è stata allargata a 5 settori produttivi (lo scorso anno erano 3): industria, commercio e servizi, agricoltura, artigianato, studi e servizi professionali, più il terzo settore.

RATING WELFARE INDEX PMI E LE AZIENDE PREMIATE

Quest’anno Welfare Index PMI ha introdotto un’importante novità: il Rating Welfare Index PMI, uno strumento che permette alle imprese di comunicare il proprio livello di welfare in modo più semplice e immediato, facendo diventare il welfare aziendale un vantaggio competitivo, oltre che a stimolare un percorso di crescita.

Tutte le imprese partecipanti all’indagine sono state classificate con un valore crescente da 1W a 5W, sulla base dell’ampiezza e del contenuto delle iniziative, dell’originalità e delle politiche di welfare.

5W – Welfare Champion (ampiezza molto rilevante, almeno 8 aree, intensità elevate)
4W – Welfare Leader (ampiezza rilevante, almeno 6 aree, discreta intensità)
3W – Welfare Promoter (ampiezza superiore alla media, almeno 5 aree, più di una iniziativa per area)
2W – Welfare Supporter (ampiezza media, attive in almeno 3/4 aree)
1W – Welfare Accredited (welfare in fase iniziale, attive in meno di 3 aree)

Sono 22 le aziende che hanno ottenuto le 5W: storie d’eccellenza, ovvero aziende che hanno attuato un ampio ventaglio di iniziative per il benessere dei lavoratori e delle loro famiglie, con soluzioni originali: Acli Servizi Trentino, Agrimad, Fungar, Natura Iblea, Baobab Cooperativa Sociale Onlus, Castel, Colorificio San Marco, Consorzio Agrario Adriatico, Consorzio Farsi Prossimo, Conte Vistarino, Ecosviluppo, Gas Rimini, Il Piccolo Principe Onlus, il Pugno Aperto Società Cooperativa Sociale, La Nuvola Onlus, Monnalisa, Siropack Italia, Sonzogni Camme, Stranaidea Onlus, Thun Logistic, Vesti Solidale Onlus, 3C Catene.


Durante l’evento, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono state premiate le migliori storie di welfare per ogni settore:

Per l’industria, la caratteristica delle azioni di welfare è stata la pianificazione e ampiezza delle soluzioni (accordi integrativi, sistemi di flexible benefit e una fruizione personalizzata dei servizi). I premiati:
1. Sonzogni Camme, “Orario di lavoro a misura d’uomo”;
2. Colorificio San Marco, “La spesa etica si fa in ufficio”;
3. Siropack Italia, “Tutti a scuola”.

Per il commercio e i servizi, le iniziative per favorire la conciliazione tra tempi di lavoro e vita familiare. I premiati:
1. Gruppo Società Gas Rimini, “Il mercatino a portata di ufficio”;
2. Thun Logistics, “L’ambiente di lavoro comincia dagli spazi”;
3. Consorzio Agrario Adriatico, “La salute prima di tutto”.

Per l’agricoltura, le iniziative di attenzione al territorio, l’impegno ad aggregare le comunità e a sostenere le imprese più deboli:
1. Fungar, “Nuovi cittadini, bisogni da risolvere insieme”;
2. Agrimad, “La comunità al centro dell’impresa”;
3. Conte Vistarino, “Coltivare le persone”

Per l’artigianato, i progetti per la tutela della sicurezza e del benessere dei dipendenti, come fattore di successo dell’impresa. I premiati:
1. 3C Catene “Il merito val bene un bonus”;
2. Gruppo C.I.A. “L’importanza della squadra”;
3. Sartori Costruzioni, “Costruire benessere”.

Nella categoria Studi e servizi professionali, per l’impegno nella cultura e nella formazione dei collaboratori e una flessibilità del lavoro a tutela delle dipendenti. Sono stati premiati:
1. ACLI Servizi Trentino, “Esigenze di ciascuno, opportunità per tutti”;
2. Studio Piermassimo Aversano, “Il tempo delle donne”;
3. Studio Tommaso Sila, Microcredito macrorisultati.

Inoltre, sono state assegnate quattro menzioni speciali:

  • Valore Donna a Monnalisa, per le iniziative per il sostegno della maternità e alle esigenze del lavoro femminile, “L’impresa vicina alla famiglia”
  • Integrazione Sociale a Natura Iblea, per l’inserimento di persone immigrate con iniziative di mediazione culturale e sostegno, “Uomini e ambiente: il valore è nel rispetto”, che riceve la medaglia della Presidenza del Consiglio
  • Terzo Settore a Ecosviluppo Onlus, per l’impegno ambientale e sostegno all’inserimento sociale dei soggetti deboli, “Insieme per costruire nuovi progetti di vita”
  • Agricoltura Sociale a Dopo di Noi, per i progetti di inclusione lavorativa e sociale dei disabili e delle persone a rischio di emarginazione, “Il valore di abilità diverse”