Fin dalla sua prima edizione nel 2016 una sezione speciale di Welfare Index PMI è dedicata all’agricoltura sociale. All’edizione 2021 dell’indagine, condotta con il supporto di Rete Fattorie Sociali, hanno preso parte 59 organizzazioni che hanno risposto ad un questionario a loro riservato.
L’agricoltura sociale è un movimento in forte ascesa cui partecipano sia realtà del terzo settore (cooperative, associazioni, …) sia, con frequenza crescente, le imprese agricole che allargano il raggio di azione nella direzione di un maggiore impegno sociale. È indubbiamente un ambito di particolare interesse per il welfare aziendale, nonché un terreno di innovazione per le pratiche di inclusione.
Obiettivo dell’agricoltura sociale è infatti favorire, attraverso l’attività agricola, l’inclusione lavorativa e il benessere fisico, psicologico e sociale delle persone, in primis quelle in condizioni di fragilità. La FIGURA 71 classifica le aree di intervento dell’agricoltura sociale in quattro ambiti:
- attività educative e ludico-ricreative (82,7% dei partecipanti all’indagine), un range molto esteso e differenziato che spazia dall’educazione ambientale alle fattorie sociali e didattiche fino alla salvaguardia della biodiversità;
- inserimento socio-lavorativo di persone in condizioni di fragilità (80,8%);
area socio-assistenziale (62,9%): servizi e prestazioni sociali per le comunità locali che hanno come obiettivo la promozione dello sviluppo di abilità e l’inclusione sociale; - area socio-sanitaria (51,9%), focalizzata sulle prestazioni a supporto delle terapie mediche, psicologiche e riabilitative con l’obiettivo di migliorare le condizioni di salute e le funzioni sociali, emotive e cognitive delle persone in condizioni di fragilità.
Le organizzazioni dell’agricoltura sociale si distinguono per una spiccata multifunzionalità: il 30,5% sono attive in tutte e quattro le aree, il 33,9% in tre aree. Gli obiettivi specifici dell’agricoltura sociale si concretizzano in una pluralità di iniziative e prestazioni diverse, illustrate nella FIGURA 72. Le più praticate sono l’inclusione socio-lavorativa, la formazione e le attività diurne per persone in condizioni di fragilità. Oltre la metà delle organizzazioni si attivano inoltre con iniziative di educazione ambientale, pratiche riabilitative di coterapia e organizzazione di centri estivi.
Tra le altre attività si segnalano infine le fattorie didattiche, il turismo agricolo-sociale, l’accoglienza residenziale per persone svantaggiate, i servizi per l’infanzia. Le persone cui si rivolge l’agricoltura sociale sono molteplici e le organizzazioni mostrano una spiccata capacità di accogliere sensibilità diverse (FIGURA 73): 32,2% si occupano di più di sei categorie di persone, 33,9% di quattro o cinque.
Le categorie cui più spesso si indirizza l’agricoltura sociale sono le persone con disabilità mentale o fisica, i giovani e i minori in condizioni di disagio, gli immigrati / rifugiati, i disoccupati di lungo corso, le persone con problemi legati alle dipendenze.
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