Le imprese sostengono il sistema educativo e offrono un contributo importante alle famiglie in diversi modi:
- Supportano le famiglie nella prima fase del ciclo educativo dei figli, sia sostenendo la genitorialità con misure di flessibilità lavorativa (17,8% delle PMI) e integrazione del congedo (15,9%), sia offrendo direttamente o tramite convenzioni facilitazioni importanti come asili nido, scuole materne, attività del doposcuola (2% circa).
- Sostengono economicamente le famiglie lungo tutto il ciclo educativo e scolastico dei figli, rimborsando le spese per le rette e gli altri servizi collegati alla scuola (libri, mensa, gite…). La quota di PMI che prevedono almeno una misura in questo ambito si attesta al 4,6% ed è in crescita, anche in ragione del favorevole trattamento fiscale riservato a questi servizi.
- Contribuiscono al percorso di crescita dei figli dei lavoratori con servizi di tutoring e orientamento scolastico e professionale, oppure con iniziative per premiare il merito.
- Favoriscono l’accesso delle famiglie alla cultura e ai servizi per il tempo libero: iniziative ed eventi, abbonamenti a offerte culturali (musei, cinema, teatro…), corsi di formazione extraprofessionale, centri estivi e invernali per i figli, convenzioni con centri sportivi. Le PMI che hanno attivato almeno una di queste iniziative sono il 4,7%.
- Promuovono la mobilità sociale cooperando con le strutture educative del territorio, alleandosi con le Università per progetti di ricerca, creando programmi di alternanza scuola-lavoro e di inserimento, istituendo borse di studio. Azioni di questo tipo riguardano complessivamente il 3,1% delle PMI.
Si tratta dunque di un universo frammentato e complesso di iniziative, che interessa oggi solo una quota minoritaria di imprese; e tuttavia è questo un ambito fondamentale di azione del welfare aziendale, che grazie alla vicinanza delle imprese alle famiglie può offrire un apporto determinante. Ancora più determinante se si considera la rilevanza dei problemi dell’educazione e della mobilità sociale per la crescita del nostro Paese.
Pochi dati, illustrati nella FIGURA 67, sono sufficienti a inquadrare il divario che separa l’Italia dal resto dei principali paesi europei. Tra i giovani di età compresa tra 25 e 34 anni, in Italia appena il 28,9% hanno completato il ciclo di istruzione fino al livello universitario, contro una media europea del 40,5% e a notevole distanza da realtà come Paesi Bassi, Francia o Spagna.
Il fenomeno dell’abbandono scolastico è anch’esso preoccupante. In Italia il 13,1% dei giovani tra 18 e 24 anni hanno conseguito al più il titolo di scuola secondaria inferiore e hanno quindi interrotto del tutto il proprio percorso scolastico o formativo. Anche in questo caso il dato italiano è superiore alla media europea (9,9%) e a quello di paesi come Germania e Francia.
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