“Le cose belle prima si fanno poi si pensano. La persona ha sempre la centralità nell’impresa ed il pensiero deve esserne una conseguenza.”
– Maria Giulia Resca, Referente per Progetti e certificazioni
Nata a Rimini nel 1992, la Fraternità è una cooperativa sociale di tipo A e B iscritta al registro delle ONLUS che offre servizi di qualità principalmente in due settori, quello educativo e quello lavorativo. Circa 300 dipendenti, di cui circa il 30% persone svantaggiate, migranti, rifugiati, persone con disabilità e persone con un passato di dipendenza da alcol o droga o di emarginazione. Stare al fianco delle persone a rischio di emarginazione è la loro missione. Sono operativi su quattro regioni dell’Italia centrosettentrionale – Emilia-Romagna, Veneto, Marche e Umbria – con 12 centri per le attività socio educative di persone con disabilità più o meno gravi e 4 realtà che danno lavoro a persone con fragilità con l’obiettivo di rimuovere la cause che generano ingiustizia sociale. La Fraternità ha dato fiducia e non solo un impiego a chi ne aveva bisogno diventando così un’eccellenza nei territori in cui offrono servizi di varia natura a soggetti pubblici e privati: si va dalla manutenzione del verde fino ai servizi di pulizie.
Particolare il progetto della filiera agroalimentare: “Coltivare fraternità” è nata due anni fa e si occupa in maniera specifica di agricoltura sociale con coltivazione dei campi. Da qui ha visto la luce la start up “Local to you” che si occupa della commercializzazione online di prodotto della Fraternità ma anche di altre realtà della zona di Bologna (cooperative sociali piccole che altrimenti non avrebbero visibilità). Gli agricoltori coltivano, “Local 2 you” si occupa della vendita online mentre la cooperativa Fraternità si occupa della consegna. In tutte le fasi sono impiegate persone svantaggiate. Durante l’emergenza sanitaria, è stato attivato, dove possibile, lo smart working fino all’avvio delle scuole.
La cooperativa ha inoltre anticipato la cassa integrazione ed è stato consegnato un premio a chi la lavorato in sede a marzo, durante il picco dell’emergenza. A tutti i collaboratori viene offerto l’accesso a colloqui personali (due volte alla settimana) con uno uno psicoterapeuta. Inoltre, sono numerose le attività di formazione anche in soft skills.
Leggi il Rapporto 2020 qui.