Troppo spesso le imprese, soprattutto quelle piccole, rinunciano ad attuare politiche di welfare aziendale solamente perché non sanno come farlo. Forse molti imprenditori non sanno che attivare un piano di welfare non richiede degli enormi sforzi.
Il primo passo da seguire, ovviamente, è capire i bisogni dei dipendenti in una o più aree di welfare (per una identificazione puntuale delle stesse, si veda il Rapporto Welfare Index PMI 2017). Un imprenditore che intenda offrire ai propri lavoratori un pacchetto di beni e servizi integrativi della remunerazione in denaro dovrà, infatti, analizzare attentamente le esigenze in materia di welfare dei propri dipendenti, al fine di predisporre un piano che possa generare un beneficio concreto in termini di miglioramenti del benessere della popolazione aziendale, che possa riflettersi positivamente sulla produttività e sui risultati economici dell’azienda.
Una volta compresi i fabbisogni dei propri dipendenti, l’impresa che voglia attivare un programma di welfare dovrà decidere che tipologia di piano lanciare. Da un punto di vista strettamente procedurale, l’opzione più semplice risulta essere il piano volontario o unilaterale. Questo può essere promosso in maniera occasionale oppure erogato in virtù di un regolamento aziendale che impegni il datore di lavoro nei confronti dei dipendenti. La predisposizione di un regolamento aziendale contenente il piano di welfare è comunque condizione necessaria per ottenere la non imponibilità e la deducibilità dei valori corrisposti. In quelle realtà dove esista un sistema strutturato di relazioni e rappresentanze sindacali, questa strada risulta più difficilmente percorribile, essendo auspicabile un accordo sindacale tra le parti coinvolte. Il piano di welfare che ne deriva è detto negoziale o sindacale ed è obbligatorio predisporlo in tutti quei casi in cui il welfare aziendale sia abbinato ad un premio di risultato o di produttività.
Lo step successivo è erogare in concreto i benefit previsti. Qualunque sia la tipologia di piano di welfare prescelta, la soluzione più semplice è avvalersi di strumenti che favoriscano l’accesso alle misure in questione. Sono sempre di più le piattaforme digitali che svolgono la funzione di sviluppare e gestire le stesse, oltre ad offrire una serie di altri servizi, dalla verifica delle prestazioni in regime di esenzione alla gestione dei plafond individuali di spesa.
Ovviamente, dopo le fasi elencate, l’imprenditore dovrà comunicare ai propri dipendenti l’avvio del piano, secondo le modalità che ritiene più opportune. E a volte basta una semplice e-mail.
Infine, per semplificare tutto il processo appena delineato, l’impresa che intenda lanciare un piano di welfare potrebbe decidere di fare rete con altre imprese del proprio territorio. Questa soluzione, oltre a garantire interdipendenze di tipo tecnico, organizzativo ed economico, rende più agevole la realizzazione di iniziative di welfare aziendale. Quanto detto è confermato dai dati del Rapporto Welfare Index PMI 2017, che evidenziano come nessun fattore di successo sia tanto discriminante quanto quello dello sviluppare forme di networking nel welfare aziendale: infatti, “il 22% delle imprese molto attive nel welfare aziendale hanno potuto attuare le proprie iniziative grazie a diverse forme di alleanze”; tra le aziende meno attive, tale percentuale crolla al 3%. Più semplice di così…
Prof. Marco Meneguzzo
Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”