Si sa bene come un clima di collaborazione e rispetto sia di forte impatto per i lavoratori: il welfare contribuisce a far sì che essi si sentano parte di una famiglia e che siano tenuti a contribuire al progredire della stessa. L’azienda non come padre padrone, ma come dispensatore di benessere in un clima di condivisione, dove il rapporto non è più verticale ma orizzontale.
Ma il welfare aziendale fa davvero crescere l’impresa? Una domanda la cui risposta, fino a qualche tempo fa, appariva estremamente incerta, data l’assenza di chiare evidenze circa l’effettivo contributo delle iniziative di welfare al miglioramento qualitativo e quantitativo delle performance aziendali. Oggigiorno, tale panorama è cambiato ed è possibile affermare indubbiamente che esiste una relazione positiva tra l’utilizzo degli strumenti di welfare aziendale e la crescita dell’impresa che li ha attivati. Questo grazie soprattutto ai dati emersi dal Rapporto Welfare Index PMI, ormai divenuto una fonte autorevole di informazioni per valutare lo stato del welfare nelle piccole e medie imprese italiane. L’edizione 2017 ha mostrato infatti i seguenti risultati positivi tra le imprese che hanno attuato iniziative in almeno 6 delle aree di welfare aziendale individuate nel rapporto:
- Aumento della soddisfazione dei lavoratori e miglioramento del clima aziendale (71% delle imprese);
- Maggiore fidelizzazione dei lavoratori (69% delle imprese);
- Miglioramento dell’immagine aziendale (69% delle imprese);
- Incremento della produttività nel lavoro (56% delle imprese).
Fare welfare è dunque divenuto uno strumento strategico per garantire un aumento della produttività dei lavoratori, un investimento fondamentale per ottenere migliori risultati sia in termini quantitativi che qualitativi. Difatti, il welfare obbliga le imprese a porsi domande sulle risorse umane, ascoltando i bisogni dei dipendenti e chiedendosi se esistono dei modi per aumentare la loro motivazione, il loro engagement, il loro benessere, incidendo positivamente anche sui loro rendimenti in azienda. Ma, oltre a garantire una riduzione del turnover, un clima aziendale maggiormente incline a tenere in considerazione le esigenze dei lavoratori favorisce anche l’attrazione dei migliori talenti, allettati dai diversi benefit erogati per facilitare la conciliazione tra vita privata e lavoro e garantire un futuro migliore per se stessi e per i loro familiari. Nuovi talenti, nuove idee. Il passo è breve per assicurare all’impresa una maggiore e migliore produttività, per ottenere un valore aggiunto tanto da un punto di vista meramente quantitativo quanto in termini di contenuti e nuove proposte.
Esempi come Luxottica fanno scuola. Grazie alla possibilità offerta ai propri dipendenti di ricevere il premio aziendale in denaro o di trasformarlo, in tutto o in parte in beni e servizi di welfare, l’azienda veneta ha affermato la propria volontà di porre al centro della propria organizzazione “il valore delle persone, la loro individualità, il legame emozionale con l’azienda e il senso di comunità e appartenenza”. E mentre il tasso di assenteismo è sceso, il grado di soddisfazione dei lavoratori registra una continua crescita.
Iniziative simili di welfare sono alla portata di tutti, PMI comprese. Una speranza in più, ad esempio, per le lavoratrici, che vedono, nella prospettiva di una crescita professionale, riconosciuta la loro esigenza di asili nido.
Prof. Marco Meneguzzo
Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”