Siamo lieti di annunciare che Welfare Index PMI si è classificata come finalista ai Pensioni & Welfare Awards 2017 distinguendosi tra i progetti più prestigiosi per numero di imprese coinvolte, per copertura del territorio nazionale e per coinvolgimento di tutti i settori produttivi. Welfare Index PMI rappresenta l’iniziativa collegata al Welfare aziendale più completa e innovativa mai realizzata in Italia.
I nomi dei vincitori dei prestigiosi trofei verranno annunciati durante la serata di gala che si terrà il 26 ottobre 2017 a Roma presso l’Hotel Quirinale.
Tutte le imprese che hanno partecipato alla Ricerca ottengono un assessment gratuito e riservato, un’innovativa opportunità di verificare autonomamente il proprio livello di welfare e confrontarsi con la media di settore.
La valutazione, vera e propria carta d’identità del welfare aziendale, evidenzia:
▸ Il punteggio nell’indice (riferito alla media e al top di settore);
▸ La posizione nelle aree del welfare aziendale (riferito alla media e al top di settore);
▸ Le iniziative attivate per area di welfare (riferite alla presenza media nel settore).
Cosa fanno le aziende per migliorare il welfare dei propri dipendenti e delle loro famiglie? RAI NEWS 24 ieri ha raccontato alcuni dei migliori esempi di welfare aziendale scelti tra i 22 Welfare Champion dell’edizione di Welfare Index PMI 2017. Buona Visione!
Interviste a:Enea Dallaglio, AD Innovation Team; Mariluce Geremia, Vicepresidente Colorificio San Marco; Piero Iacomoni, Presidente Monnalisa; Eleonora Belliconi, Dipendente Monnalisa; Sara Tommasiello, Risorse Umane Monnalisa; Manuel Guerrero, AD Sonzogni Camme.
Il regolamento aziendale che stabilisca le condizioni per usufruire del Piano Welfare introdotto dal datore di lavoro a favore dei propri dipendenti consente all’Azienda latotale deducibilità delle spese sostenute.
Ciò però a condizione che configuri l’adempimento di un obbligo negoziale. In mancanza di regolamento, oppure qualora il regolamento risulti presente ma non sia negoziale, la deducibilità è limitata al 5 per mille dell’ammontare delle spese per prestazioni di lavoro dipendente.
Questi gli ulteriori chiarimenti forniti dalla Direzione Centrale Normativa dell’Agenzia delle Entrate con la risposta ad interpello n. 954-1417/2016 dello scorso 10 aprile. L’art. 100, comma 1, del TUIR stabilisce che se le spese sostenute in servizi di Welfare dal datore di lavoro sono frutto di una sua scelta liberale, le stesse sono deducibili dal reddito d’impresa per un ammontare complessivo non superiore al 5 per mille delle spese per prestazioni di lavoro dipendente risultanti dalla dichiarazione dei redditi.
Se invece scaturiscono da disposizioni di contratto o di accordo o di regolamento aziendale, la deducibilità è integrale. A differenza del contratto o dell’accordo, che presuppone sempre la loro sottoscrizione da parte del sindacato, il regolamento è espressione della libera volontà unilaterale del datore di lavoro. Ne consegue la possibilità anche per le piccole imprese non sindacalizzate di strutturare un sistema di welfare aziendale attraverso un proprio regolamento interno senza dover rinunciare al vantaggio fiscale dell’integrale deducibilità delle spese in servizi.
Venendo al carattere “negoziale” del regolamento, la precisazione era già contenuta nella Circolare n. 28/E del 15 giugno 2016 dell’Agenzia delle Entrate, anche se il principio aveva sin da subito lasciato perplessi gli addetti ai lavori. Come coniugare infatti l’unilateralità della scelta datoriale sul contenuto del regolamento e la pretesa negozialità dello stesso ? Ebbene, secondo l’Agenzia il regolamento aziendale è negoziale quando sia fonte di diritti dei dipendenti e di corrispondenti obblighi giuridici a carico del datore di lavoro, non consentendo a quest’ultimo la possibilità di modificare gli impegni assunti per un determinato periodo di tempo. In tal caso, il lavoratore, aderendo al Piano Welfare, acquista la titolarità di un diritto soggettivo al quale è correlato l’obbligo di adempimento del datore, con tutte le conseguenze di legge.
Un passo in avanti per consentire la diffusione del Welfare nelle PMI: il regolamento aziendale è uno strumento fatto su misura per loro, potendo coniugare flessibilità e benefici fiscali.
Claudio Della Monica
Consulente del Lavoro – Della Monica & Partners srl STP
Giovedì 15 giugno, Giovanni Luca Perin, Chief HR & Organization Officer Generali Italia, parteciperà all’incontro “WelFare che fare. Cosa è cambiato per le aziende e per i dipendenti. Le potenzialità di un nuovo mercato” che si svolgerà alle ore 18.00 nella Sala Buzzati del Corriere della Sera a Milano (via Eugenio Balzan 3).
Generali è convinta che le persone siano un elemento chiave per lo sviluppo e il successo. Per questo, oltre alle numerose iniziative di welfare per i propri dipendenti, è attore attivo nella diffusione della cultura del welfare. Infatti, grazie anche a iniziative come Welfare Index PMI, le buone pratiche possono svilupparsi nelle PMI di tutto il territorio nazionale, con i numerosi vantaggi che ne derivano per l’impresa e il territorio.
Di seguito potete scaricare l’articolo pubblicato su Il Venerdì di Repubblica il 9 giugno 2017 dal titolo “Le magnifiche 22: ecco le aziende del welfare fai-da-te”. Racconta dei 22 Welfare Champion premiati da Welfare Index PMI:
“Il livello di apprezzamento delle politiche di welfare è evidente da un dato: abbiamo un turn over pari allo zero.”
Walter Cagnoni, direttore amministrativo, finanziario e risorse umane
➟ Obiettivo delle iniziative: migliorare la qualità della vita dei propri collaboratori, beneficiare e far crescere il territorio e la comunità.
Castel, vanta una vera e propria tradizione radicata nel welfare aziendale, già dal secondo dopoguerra, grazie a un fondo sociale aziendale aiutava alcuni dipendenti con sussidi per libri scolastici, per famiglie numerose e per tante altre necessità.
Nel tempo sono state aggiunte nuove pratiche e la molla è stata proprio la volontà di proseguire le buone pratiche poste in essere già dai fondatori. Tra le iniziative maggiormente distintive la collaborazione, attiva già da anni, con un consorzio che opera nell’ambito dell’accompagnamento e dell’inserimento lavorativo delle persone disabili.
Al fine di ottemperare ai dispositivi di legge, questa collaborazione ha permesso non solo di inserire alcune persone disabili in azienda, ma di farlo con una specifica attenzione.
L’azienda è infatti convinta che il lavoro sia una precondizione dell’inclusione e del riconoscimento sociale. L’azienda fa anche parte di una fondazione, l’Istituto Tecnico Superiore (ITS), dedicata alla preparazione dei giovani al mondo del lavoro. Lo scorso anno, 12 tirocinanti hanno ricevuto formazione e fatto esperienza in azienda.
Dalla sponsorizzazione di una squadra di basket femminile, ora in A2, è inoltre nata l’idea di offrire l’iscrizione gratuita per tutti i figli dei dipendenti. Dal 2016 è attivo il contributo aziendale per l’iscrizione ai centri estivi per i dipendenti con figli più grandi e nel 2016 i figli di più di 20 dipendenti hanno beneficiato di questo servizio.
Completano l’offerta di welfare di Castel: contributi aggiuntivi a fondi di previdenza complementare, iscrizione al fondo sanitario di categoria, polizze infortuni e TCM, polizze sanitarie per dipendenti all’estero, flessibilità oraria e convenzioni con asili nido, mensa aziendale e convenzioni con ristoranti nel territorio.
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