Quale ruolo gioca il welfare per attrarre e trattenere i talenti in azienda? Risponde Cristina Calabrese, amministratore delegato di Key2people e membro del Comitato Guida di Welfare Index PMI.
Qual è la mission di Key2people ?
Key2people è una società fondata nel 2001, è la prima società italiana indipendente del mercato ed è la terza in assoluto in Italia nell’ambito dell’executive search, fare executive search oggi vuol dire per noi ricoprire il ruolo di advisor delle imprese, dei CEO e degli imprenditori nella valorizzazione del capitale umano nella fase di ricambio della classe dirigente. Oggi siamo riconosciuti come interlocutori autorevoli sia dalle grandi multinazionali italiane e straniere, sia dalle medie aziende imprenditoriali.
Lei si occupa principalmente di selezione del personale ha quindi un punto d’osservazione privilegiato. Può raccontarci come sta cambiando in questi anni il mondo dell’impresa italiana?
Stiamo sicuramente vivendo un momento di evoluzione imposto da almeno 3 grandi fenomeni: la crisi profonda che ha generato da un lato ridondanza di management, dall’altro bisogno di competenze di ristrutturazione, di sviluppo nuovi mercati internazionali, sviluppo nuovi prodotti, innescando ricambio della classe dirigente. La competizione internazionale: l’inesorabilità dei mercati globali ha infatti richiesto professionalità diverse, spesso favorendo il passaggio tra diversi comparti. E, la trasformazione digitale che ha imposto l’ingresso anche nelle piccole e medie imprese di giovani con profili del tutto nuovi, e nuove aspirazioni e bisogni.
Sta quindi cambiando anche in Italia la relazione tra azienda e dipendente?
Questo fenomeno è legato soprattutto all’ingresso di queste nuove professionalità digitali che generano all’interno del sistema un cambiamento inevitabile e hanno registrato un significativo trend di assorbimento. Basti pensare che il 30% delle assunzioni nel 2016 ha riguardato proprio le professioni digitali.
In che modo la nuova generazione dei millenials può cambiare il sistema delle imprese italiane?
Le nuove generazioni dimostrano una sensibilità più alta al bilanciamento lavoro/ vita personale/ sistema sociale. I millenials guardano alle opportunità di lavoro basate non solo su retribuzione e carriera.
La molla che oggi spinge un giovane a scegliere un’azienda è prima di tutto valoriale. I millenials si chiedono, ad esempio, quanto un’azienda è ecologica, come affronta il tema della sostenibilità, quale sostegno al proprio progetto di vita riceverà, come la propria formazione di professionista uscirà rafforzata dall’esperienza in azienda che per definizione viene percepita come temporanea. Alla base sta la condivisone di valori e progetti.
Quindi sarà sempre più importante per le imprese saper sviluppare e offrire complessi sistemi di welfare?
È fondamentale e lo sarà sempre di più. Sia per l’ingresso delle nuove professionalità sia per poter essere attrattivi verso manager internazionali. All’estero le aziende offrono pacchetti di welfare significativi che, in Italia non sono ancora così diffusi. Per attrarre questo mangement occorre essere competitivi. Non sono disposti a rinunciarvi e questo vale anche per gli italiani di rientro. Tutto ciò impone un’accelerazione. Per un’azienda quindi sviluppare servizi di welfare vuol dire generare sistemi sia di attrazione che di retention delle proprie risorse chiave.
Perché ha deciso di aderire al progetto Welfare Index PMI?
La vocazione di Key2people non è soltanto trovare la figura professionale più adatta alla posizione aperta, ma più ambiziosamente contribuire al cambio manageriale e culturale di tutto il sistema. Siamo convinti che mettere le persone giuste al posto giusto generi valore economico e anche etico. È una sfida necessaria, anche perché oggi sono cambiate le leve della competitività e in un Paese dove il tessuto della media impresa è fortissimo abbiamo un lavoro molto affascinante e strategico da compiere tutti insieme.