La legge delega per la riforma fiscale (legge 9 agosto 2023, n. 111), recentemente approvata dal Parlamento, dedica uno specifico passaggio al tema del welfare aziendale. In particolare, nell’ambito dell’articolo 5 del testo di legge, dedicato ai “principi e criteri direttivi per la revisione del sistema di imposizione sui redditi delle persone fisiche”, la lettera e) del primo
comma prevede la revisione delle norme afferenti alle somme e ai valori esclusi dalla formazione del reddito di lavoro dipendente, con specifico riferimento alla defiscalizzazione dei compensi in natura.
Come noto, la legge delega fissa i principi che dovranno essere seguiti dal Governo nella redazione dei successivi decreti attuativi: nel caso di specie la disposizione in esame individua l’obiettivo generale della “semplificazione” del quadro normativo nonché la valorizzazione di specifiche finalità da attuare attraverso l’attribuzione dei suddetti compensi.
In tal senso, il legislatore si focalizza su sei diversi obiettivi:
1) mobilità sostenibile;
2) attuazione della previdenza complementare
3) incremento dell’efficienza energetica;
4) assistenza sanitaria;
5) solidarietà sociale;
6) contribuzione agli enti bilaterali.
A ben vedere, se da un lato non sfugge che si tratta di fattispecie già in gran parte comprese nell’ambito del cosiddetto welfare aziendale, dall’altro occorre evidenziare la volontà di rivedere i limiti di non concorrenza al reddito previsti dalla normativa fiscale sui fringe benefits, evidentemente in linea con gli interventi transitori (al rialzo) messi in campo nel corso degli ultimi anni. Si ricorda, infatti, che l’articolo 51 comma 3 del TUIR fissa il limite generale di non imponibilità in 258,33 euro, valore adeguato a 516,46 euro per il 2020 e il 2021 e a 3mila euro per il 2022. Quest’ultima soglia è stata confermata anche per il 2023, ma soltanto per i percepenti con figli a carico.
La volontà che traspare dalla delega, peraltro confermata dalle dichiarazioni rilasciate in questi giorni da autorevoli esponenti del Governo, sembra, dunque, tracciare un percorso indirizzato verso un ulteriore rafforzamento di tali strumenti.
Andrea Dili
Dottore Commercialista, esperto di Welfare Index PMI