Le PMI, le aree e le iniziative di Welfare Aziendale in Italia. Focus sul Rapporto 2017

Quali sono le aree del #WelfareAziendale in cui le PMI possono fare di più? Quante sono le aziende più attive in Italia? E cosa fanno? Scopri alcuni dati della nostra ricerca 2017.

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La seconda stesura del Rapporto Welfare Index PMI ha proseguito ed aggiornato con successo l’interessante “osservatorio” sullo stato del welfare aziendale nelle piccole e medie imprese italiane, iniziato un anno fa.
Per l’edizione 2017 ben 3.422 PMI sono state intervistate per analizzare la diffusione delle iniziative di welfare aziendale e proseguire il monitoraggio della loro evoluzione. Iniziative raggruppate e classificate, dal Welfare Index PMI, in 12 aree:

1. Previdenza integrativa
2. Sanità integrativa
3. Servizi di assistenza
4. Polizze assicurative
5. Conciliazione vita-lavoro e tutela delle pari opportunità
6. Sostegno economico ai dipendenti e alle famiglie
7. Formazione per i dipendenti
8. Sostegno all’istruzione di figli e familiari
9. Cultura, ricreazione e tempo libero
10. Sostegno ai soggetti deboli e integrazione sociale
11. Sicurezza e prevenzione degli incidenti
12. Welfare allargato al territorio e alla comunità.

Ma qual è la situazione dopo lo scatto di questa nuova “fotografia”?

Se nel Rapporto 2016 il welfare aziendale è stato definito un movimento giovane e in piena evoluzione, oggi viene confermata appieno la definizione ma, sottolineando, come l’evoluzione proceda in modo non omogeneo: assai più rapido in alcuni gruppi di aziende e in alcune aree del welfare, e necessariamente più lento nella grande massa delle piccole e medie imprese e nell’insieme generale delle iniziative.

Le protagoniste della crescita del welfare aziendale si confermano essere le imprese già̀ molto attive che, nell’ultimo anno, hanno ulteriormente esteso le prestazioni offerte ai lavoratori. Ed anche le aree seguono questo movimento non omogeneo. Per alcune di esse c’è una decisa accelerazione delle attività di welfare delle PMI, con un ottimo e superiore incremento del tasso di iniziativa: si tratta della sanità integrativa, dal 39% nel 2016 al 47% nel 2017; della conciliazione vita-lavoro, dal 22% al 31%; del welfare allargato al territorio, dal 15% al 23%. In altre due aree la crescita procede ma decisamente meno rapidamente: i servizi di assistenza, dal 5% all’8%; la cultura, ricreazione e tempo libero, dal 3% al 5%. Nelle altre aree invece non si registrano significative variazioni [cit. “Rapporto 2017”; fig. 23, pag. 35].

Altro dato che suscita attenzione – e leggibile nel Rapporto 2017 – è la frequenza di nuove iniziative di welfare per le PMI molto attive e considerate “le migliori”. È stata svolta, infatti, un’analisi in profondità su 109 imprese “Best Practices” che, nel 2016, hanno intrapreso un numero interessante di nuove e lodevoli iniziative, le “migliori pratiche di welfare”.

Le aree più interessate da progetti nuovi, sono: il sostegno economico (13 casi su 109) con iniziative come l’anticipo del TFR, anche oltre gli obblighi di legge, i prestiti aziendali, i premi di risultato trasformati in servizi di welfare tramite piattaforma; la sanità integrativa (9 casi), con la sottoscrizione di nuove polizze, l’incremento di coperture su polizze già esistenti, la stipula di convenzioni con studi medici; la conciliazione vita-lavoro (9 casi), con iniziative di smart-working con telelavoro e concessione di flessibilità oraria aggiuntiva; la formazione avanzata ai dipendenti (9 casi); ed infine nuove iniziative per la sicurezza e la prevenzione degli incidenti oltre quelle obbligatorie (9 casi). Le PMI con un livello più elevato di welfare aziendale hanno anche intrapreso altre nuove iniziative nelle aree del welfare allargato al territorio, delle assicurazioni per i lavoratori, dei servizi di assistenza, delle iniziative culturali e per il tempo libero.

Altra importante novità del 2017 è che la Ricerca ha coinvolto tutti e 5 i settori produttivi. Ed infatti, un’ulteriore considerazione interessante da fare in merito ad aree e progetti di welfare, si lega alla “natura” delle piccole e medie imprese intervistate: le iniziative di welfare aziendale si distribuiscono in modo molto differenziato da settore a settore.

Le imprese dell’industria presentano tassi di iniziativa molto elevati nella maggior parte delle aree mentre quelle del commercio e dei servizi sono più attive in aree come la sanità integrativa, le polizze assicurative, il sostegno economico ai lavoratori. Gli studi e servizi professionali investono in aree di welfare specifiche per la propria attività e per le caratteristiche organizzative degli studi e, in queste aree, raggiungono livelli di iniziativa molto elevati: la formazione dei dipendenti, la sicurezza e prevenzione degli incidenti, la conciliazione vita-lavoro. Nell’artigianato la dimensione molto piccola delle imprese non favorisce la diffusione delle iniziative in tutte le aree del welfare aziendale. Questo settore si caratterizza per elevati tassi di iniziativa nelle assicurazioni per i dipendenti e nella sicurezza e prevenzione degli incidenti. Ed infine, l’agricoltura che raggiunge tassi di iniziativa molto elevati particolarmente nel sostegno economico, nella formazione, nella conciliazione vita-lavoro, nella sicurezza e prevenzione.

Un posizionamento peculiare nel welfare aziendale lo occupa, invece, il Terzo Settore. Molte organizzazioni che ne fanno parte si propongono scopi sociali coincidenti con gli obiettivi del welfare e quindi in molte offrono al mercato servizi di welfare aziendale. Le imprese del terzo settore raggiungono livelli di iniziativa molto elevati nelle aree della conciliazione vita-lavoro, del welfare allargato al territorio e alla comunità, della formazione, della sanità integrativa, sicurezza e prevenzione degli incidenti, della cultura, ricreazione e tempo libero [cit. “Rapporto 2017”; fig. 26, pag. 39].

E per finire, torniamo ad un’osservazione più generale. Considerando che l’indagine Welfare Index PMI 2017 ha esaminato più di cento tipi di iniziative intraprese dalle aziende italiane, possiamo concludere dando un’occhiata a quello che è il “tasso di iniziativa” nelle 12 aree del Welfare aziendale.

Al primo posto, con un tasso del 46,3%, le
polizze assicurative per il personale, diverse dalle assicurazioni previdenziali e sanitarie; tuttavia, se escludiamo le polizze infortuni che in molti casi sono obbligatorie, il tasso di iniziativa nelle assicurazioni scende al 17,1%. In altre cinque aree l’iniziativa
delle imprese è molto elevata, pari o superiore al 33%. Si tratta del sostegno economico ai lavoratori, della sicurezza e prevenzione degli incidenti (con iniziative aziendali aggiuntive a quelle obbligatorie), della formazione del personale (anche in questo caso con iniziative aggiuntive a quelle obbligatorie), della conciliazione vita-lavoro (con iniziative prevalentemente di flessibilità degli orari). La sanità integrativa fa parte di questo gruppo: il 34,8% delle imprese ha attuato iniziative, prevalentemente aderendo ai fondi istituiti dai CCNL (ricordiamo che in alcune categorie l’adesione non è obbligatoria). Se limitiamo l’ambito della sanità integrativa alle sole iniziative aziendali, queste sono attuate da un numero minore di imprese: l’8,2%. Le iniziative aziendali di previdenza integrativa sono attuate invece dal 23,4% delle imprese. Ed infine restano quelle aree con tassi di iniziativa meno elevati:
il welfare allargato al territorio (17,3%), il sostegno ai soggetti deboli e all’integrazione sociale (7,7%), i servizi di assistenza per i lavoratori e le loro famiglie (6,7%), le iniziative per la cultura, la ricreazione e
il tempo libero (5,8%), il sostegno all’istruzione dei familiari (2,7%) [cit. “Rapporto 2017”; fig. 22, pag. 34].

Naturalmente abbiamo ripercorso velocemente alcune delle interessanti analisi sulle iniziative e sulle aree del welfare aziendale più attive e presenti, nel generale percorso di crescita del Welfare in Italia. Per un ulteriore approfondimento su questa tematica si rimanda ovviamente ai dettagli ed ai numeri del Rapporto 2017 (in particolare, al Capitolo 3 “Mappa del Welfare aziendale”).